La storia

Il Seminario degli Zaghi
a cura di Sergio Ravagnan e di don Damiano Vianello (ultima parte)
 

Il "Seminario dei Zaghi" rientra nella parrocchia dei Salesiani il Seminario Vescovile di Chioggia, che oggi ha la sua sede nell'ex convento delle Cappuccine, tra calle Seminario e calle Furlanetto, con ingresso dalla riva del canal S. Domenico.
Esso, come istituzione in sé, affonda le sue radici, seppur in forma e con scopi dissimili dagli attuali, nel lontano 1580 allorchè il vescovo di Chioggia, Francesco Medici (1579-1583), in seguito alla visita pastorale compiuta a Chioggia in qualità di nunzio apostolico dal vescovo di Verona Agostino Valier, diede l'avvio all'istituzione di una "piccola scuola" chiamata "seminario dei Zaghi" per 10 chierici, che ebbe vita piuttosto difficile per un settantennio, sostenuto dai contributi delle varie Fraglie e da soli 15 ducati annui elargiti dalla comunità. Cessata questa scuola, rimase in vita la scuola di grammatica o "scuola grande", ove i chierici venivano educati nelle materie letterarie, e per quelle scientifiche ed ecclesiastiche ricorrevano a lezioni private, impartite anche dallo stesso vescovo di quel tempo, Antonio Grassi (1696-1705), come egli lasciò scritto nelle sue memorie. Allo scopo di dare maggior impulso alla creazione di un vero e proprio seminario, lo stesso vescovo chioggiotto lasciò per testamento nel luglio 1715 tutti i suoi libri e quasi tutte le sue sostanze ai suoi eredi, con la clausola che essi non ne sarebbero entrati in possesso se prima il capitale non fosse arrivato a 12.000 ducati e che con i relativi interessi fossero alloggiati nella casa di sua proprietà (il palazzo Grassi-Renier, in Corso del Popolo) 6 alunni diocesani. Tutto ciò nel tempo di 25 anni. Trascorso il quale, non avendo gli eredi Grassi ottemperato al disposto del loro avo, toccò al vescovo Giannagostino Gradenigo (1762-1768) stipulare nel 1763 con gli stessi un compromesso: gli eredi avrebbero versato 18.500 ducati in rate nel tempo di 12 anni oltre ad altri 6000 come indennizzo. Il podestà di allora, Gerolamo Arnaldi, stabilì a sua volta l'elargizione di 2000 ducati una tantum e di altri 140 annui, nonché la soppressione delle scuole di abaco (elementari) e di grammatica (medie) preesistenti, le quali però furono entrambe riaperte nel 1790 nell'antico oratorio della Madonnina, situato presso il palazzo pretorio.

La Fondazione Ufficiale



Finalmente il 20 gennaio 1768 segna la data di fondazione ufficiale del Seminario di Chioggia.
Il successore del Gradenigo, il vescovo Morosini (1770-1773) proseguì nell'operazione e scelse come sede il convento dei Domenicani, evacuato da questi religiosi per le note disposizioni restrittive emanate dalla Serenissima. Versò la somma di 1000 ducati. Si procedette ai restauri, ma le rendite scarseggiavano per mantenerlo in vita.
Una dura battaglia dovette sostenere il vescovo Benedetto M. Civran (1776-1794): "non solo avocò a sé presso i Tribunali l'eredità del vescovo Antonio Grassi, provvedendo alla sistemazione della parte edilizia dell’istituto, ma con tenace insistenza ottenne dalle autorità competenti di accrescerne il patrimonio. (...) Per raggiungere l'intento nessuna difficoltà lo distrasse, né le liti dispendiose, nè i debiti che lo costrinsero a dar in pegno la sua croce pettorale” (Pagan, 1935). Il vescovo Civran si preparava finalmente all'inaugurazione ufficiale del suo seminario, stabilendone la data per il novembre 1794, quando lo colse la morte nello stesso anno. Il Comune il 4 novembre di quel- l'anno decretò che venisse murata una lapide, che tuttora trovasi al posto originario, sopra il timpano della porta principale di accesso alla Guardia di finanza in San Domenico, con questa iscrizione: "Antonio Grasso / clodiensi / aere suo ex test(amento) auctori / Jo(hanni) Be- nedicto M(aria) Civran / Veneto /ex liberalitate publica /amplificatori et institutori / Clodie / Episcopis/ Municipes MDCCLXXXXIIII".
Con il vescovo Sceriman (1795-1806) il seminario poté disporre di qualificati insegnanti e col suo contributo di 500 ducati fu possibile ricostruire il ponte in legno girevole d'unione fra l'isola di S. Domenico e la città.

La sede attuale


Chi si adoperò molto per il seminario chioggiotto fu il vescovo Giuseppe Maria Peruzzi (1808-1815). Egli ricorse all'imperatore austriaco per avere, in cambio di due conventi soppressi e confiscati, il convento delle Cappuccine di S. Chiara. Ed è proprio in questo edificio, che, ampliato e riadattato nel corso dei tempi, ha sede tuttora il seminario diocesano. Egli stampò inoltre nuove regole e nel 1811 aprì la preziosa biblioteca ricca di 8000 volumi. (che oggi sono custoditi presso la Biblioteca Diocesana) .Il successore, Giuseppe Manfrin Provedi (1820-1829) fece pubblicare con apposita pastorale il nuovo organico del seminario, emanando le "Prescrizioni disciplinari per le cattedre e le scuole del seminario vescovile di Chioggia" (1821), con cui accoglieva i nuovi ordinamenti dati dal governo austriaco, senza tuttavia riuscire ad aprire il convitto interno. Notevole impulso lo diede anche il vescovo Jacopo De Foretti (1843-1867) con la qualificazione del corpo docente: egli fu costretto a far sgombrare il seminario per dar alloggio alle truppe nel 1848. Con il ritorno degli austriaci, le cose tornarono alla normalità fino al 1859, allorché il vescovo Domenico Agostini (1872-1877) nominò prefetto degli studi il can. Domenico Razza, autore della nota "Storia popolare di Chioggia" uscita nel 1898.
Nel 1873 l'ispettore governativo dott. Filippo Veronese denunciò il seminario come "scuole classiche abusivamente aperte" e ne dispose la chiusura, espellendo insegnanti ed alunni e facendo addirittura apporre i sigilli. Mons. Agostini, dopo un incontro con il ministro Scialoia, ottenne che "si potessero aprire a tutti senza distinzione di età le scuole del seminario, purché i genitori degli alunni dichiarassero che i loro figli si avviavano alla carriera ecclesiastica" (Razza, 1898).
Il vescovo mons. L. Marangoni (1877-1908) "riordinò i locali, abbellì la cappella, provvide sussidi (...). Nell'ottobre del 1887 venne aperto il nuovo convitto con dodici alunni, a cui il vescovo diede un suo proprio regolamento e vi prepose per direttore il sac. D. Luigi Sambo, (...), al quale in quell'anno medesimo affidò l'insegnamento della filosofia, sostenuto anteriormente per ventidue anni dal can.co Razza" Al Sambo successe poi il dr. mons. Carlo Voltolina. "Per il seminario mons. Marangoni aveva riservato le cure più sollecite ed affettuose: lo visitava di frequente, voleva essere a giorno di tutto (...) e finché visse non volle concesso ad altri l'ambito titolo di Rettore" (Pagan, 1935).
Dopo le dolorose vicende subite anche dal seminario a causa del primo conflitto mondiale, l'istituto poté essere riaperto il 5 novembre 1919 con una funzione religiosa, alla presenza inattesa del patriarca di Venezia, card. La Fontaine (la sede vescovile di Chioggia era allora vacante). "Il locale ripulito dalla sua triste destinazione di guerra, mantenuta per ben quattro anni, si scorgeva alquanto migliorato anche nella parte materiale. (...) Inoltre la Biblioteca ed il Museo arricchiti rispettivamente dei bozzetti e disegni del prof. Aristide Naccari e della raccolta macologica del dotto Chiamenti (...), presentavano al visitatore due splendide collezioni, degne di ammirazione e di studio. Regolati quindi gli studi con nuove nomine di professori in sostituzione dei mancanti, potevano nel medesimo giorno essere iniziate le lezioni (...)" (Pagan, 1935).
Nel novembre 1929, con il vescovo Domenico M. Mezzadri (1920- 1936) fu sistemato un nuovo organo a sistema tubolare nella chiesetta del seminario. In tempi abbastanza recenti il vescovo mons. G. Ambrosi (1938- 1952) fece costruire il luminoso atrio e l'ala sinistra con le camere per i chierici, mentre mons. G. B. Piasentini (1952-1976) i nuovi dormitori; egli provvide, inoltre, a rimodernare la cappella, la biblioteca, il salone S. Cuore e il refettorio e trasferì il nuovo ingresso dell'edificio dalla calle Seminario alla riva canal S. Domenico. Tutto ciò essendo rettori prima mons. Giovanni Pozzato e poi mons. Antonio Zennaro.
Con l'avvento dell'anno giubilare ed essendo Vescovo Mons. Angelo Daniel (1998-2009) e rettore mons. Francesco Zenna è stato possibile realizzare un imponente restauro dell'edificio bisognoso di radicali e urgenti lavori di messa in sicurezza e di ripensamento strutturale dovuto alle mutevoli situazioni storiche: la chiusura della scuola media inferiore e superiore, il drastico calo delle vocazioni al ministero ordinato e la partenza della piccola comunità di suore che viveva a servizio del Seminario. Così al pian terreno sono stati portati gli uffici della pastorale diocesana, al primo piano il Seminario con gli ambienti connessi alla vita comunitaria, e in un'ala apposita si è realizzato un piccolo cenacolo per i sacerdoti che vivono in centro storico o per quelli più anziani e bisognosi di assistenza chiamato Casa San Giuseppe.
Nel 2012 si è inaugurata una nuova esperienza (in collaborazione con Leo Club Chioggia Sottomarina e NOI Chioggia Associazione) per gli studenti universitari e non: il salone Sacro Cuore è stato ripensato e ristrutturato per poter essere Aula Studio e ad oggi sono moltissimi i giovani che lo frequentano ogni giorno.
Si può ben dire che oggi il Seminario è un ambiente vivo, al passo coi tempi e in dialogo con la storia.